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Unitatis Redintegratio Soc. Coop.

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I luoghi dell’accoglienza

I luoghi dell’accoglienza

Nel momento in cui una persona o una famiglia è costretta ad abbandonare la propria casa e il proprio Paese, è costretta anche a lasciare le proprie comodità, abitualità e sicurezze, trovandosi in un non-luogo: attraverso un’azione di cura, di risposta, di accoglienza e di integrazione si cerca di riportare le persone in un luogo. A questo scopo è proprio centrale la dignità e l’attenzione rivolta alle strutture di accoglienza, luoghi concreti in cui quest’accoglienza si incarna.

Nella convinzione che l’ospitalità in grandi centri, per quanto a volte necessaria, non sia il modello di accoglienza e d’integrazione che rispecchia lo sguardo alla dignità della persona, il progetto con il tempo ha voluto privilegiare la collocazione di nuclei familiari in appartamenti e case capillarmente diffuse nel territorio perugino, potendo così sperimentare un’accoglienza diffusa che possa coinvolgere anche la comunità locale, tramite un rapporto di relazione e prossimità.

Nel corso del biennio 2021/2022 le strutture di accoglienza sono aumentate perciò aumentate a 17, di cui per la prima volta nel comune di Corciano (PG) e di Magione (PG).

Il Centro internazionale d’accoglienza 'Don Elio Bromuri'

Fondato nel 1974 da Mons. Elio Bromuri come Centro internazionale di accoglienza, è gestito fin dall’inizio dalla Cooperativa Unitatis Redintegratio e per anni è stato adibito a ostello, accogliendo negli anni molti pellegrini, turisti e studenti. 

Dall’inizio del “progetto accoglienza richiedenti protezione internazionale” è stato inserito in Ats con la Diocesi di Perugia-Città della Pieve, avendo fornito un generoso aiuto, sia direttamente che indirettamente. All’inizio ha infatti permesso l’allestimento delle due case di Cenerente, fornendo elementi di arredo e quanto necessario per rendere funzionanti le abitazioni. Inoltre, al verificarsi di situazioni di emergenza, ha dato la disponibilità ad accogliere i richiedenti asilo, ospitando temporaneamente nel passato 20 ragazze nigeriane e 24 migranti eritrei di fede copta.

Dal mese di agosto 2021 la struttura è stata adibita anche a centro di accoglienza, ospitando 20 uomini provenienti da Pakistan, Bangladesh, Afghanistan, Egitto. La collocazione è in via Bontempi, in pieno centro storico (3 minuti a piedi dalla Cattedrale di Perugia).

Presso questo centro si trova anche la scuola di alfabetizzazione e insegnamento della lingua italiana (L2) del progetto, che accoglie tutte le mattine i richiedenti asilo provenienti anche dalle altre strutture e case del progetto.

In più, essendo la struttura di grandi dimensioni, da ottobre 2021 il Centro internazionale di accoglienza ha cominciato ad ospitare anche 25 studenti universitari, sia italiani sia stranieri, che hanno partecipato al bando universitario ADISU e che sono risultati vincitori della borsa di studio. In questo modo già una prima forma d’integrazione tra richiedenti asilo e studenti è stata possibile grazie alla condivisione di alcuni spazi della stessa struttura. È infatti importante per coloro che sono accolti non vivere in strutture frequentate solo dagli operatori del progetto. Nel corso del 2021 e 2022 sono state organizzate diverse attività di svago per permettere la conoscenza tra i vari giovani (cene, visite guidate, ...): ad esempio è stata organizzata una partita di calcetto che ha visto coinvolti sia gli studenti universitari che qualche ragazzo richiedente asilo ospiti in ostello.

Le Case di Accoglienza "Storiche"

Il "progetto richiedenti protezione internazionale" della Diocesi di Perugia-Città della Pieve è nato fin da subito intorno ad alcune strutture e case che ne hanno rappresentato il cuore fondante e pulsante e che ancora oggi sono luoghi dell’accoglienza.

L’oasi di Engaddì

Nella Bibbia il nome “L’Oasi di Engaddì” indica il luogo da dove proviene lo sposo del Cantico dei Cantici, un'oasi di acqua dolce, ed è il nome che padre Giulio Michelini ha scelto per la prima casa che sarebbe andata a fondare il progetto di accoglienza diocesano.

Si tratta di una casa canonica, con grandi spazi comunitari, messa a disposizione dalla parrocchia di San Giovanni del Prugneto già da ottobre 2015 in occasione della "Emergenza Nord Africa": ha una capienza di 20 persone ed è destinata a uomini. Al momento sono accolti 20 ragazzi provenienti da Pakistan, Bangladesh, Tunisia, Costa d’Avorio, Mali, Guinea.

Il pozzo di Giacobbe e Cenerente 2

Entrambe le case sono situate in una zona residenziale di Cenerente, immerse nel verde. La prima casa, “Il Pozzo di Giacobbe”, apre le porte all’accoglienza già nel 2017. Il nome è biblico e indica il pozzo che Giacobbe lasciò in eredità al figlio Giuseppe ed è anche il luogo in cui avvenne l’incontro di Gesù con la donna samaritana. La casa “Cenerente 2”, invece, apre nell’agosto 2020.

Entrambe hanno una capienza di 8 persone ciascuna, si sviluppano su tre piani e hanno un giardino posto sia davanti sul retro della casa. Al momento sono accolti ragazzi provenienti da Nigeria, Senegal, Gambia, Costa d’Avorio, Mali ed Egitto.

Casa Sant'Agnese e Sant'Agnese 2

La casa è stata messa a disposizione dall’omonimo monastero delle Clarisse di Perugia in Corso Garibaldi, ed è formata da due appartamenti distinti situati nella stessa struttura. Il primo, a disposizione del progetto già dal 2015 e nel quale è stata accolta la prima famiglia del progetto in assoluto, ha una capienza di 3 persone ed è destinato a nuclei familiari e minori. Il secondo appartamento, aperto ad agosto 2021, ha una capienza di sei persone ed è destinato a donne e minori.

Le nuove Case di Accoglienza

Come detto, nell’ultimo anno sono state aperte nuove case di accoglienza dislocate in più parti della città e del territorio circostante. Molte di queste sono appartamenti, in affitto da privati, situati in condomini, in cui è possibile instaurare quel rapporto di vicinanza e prossimità con famiglie italiane e non, che permette una vera integrazione quotidiana nel tessuto sociale.

Appartamento di Via Palermo

Situato in un condominio nell’omonima via, e destinato ad un nucleo familiare.

Casa di Taverne

Canonica messa a disposizione dalla parrocchia di Taverne-Corciano, destinata a uomini singoli, con una capienza di 4 persone.

4 appartamenti in Via Birago

Ciascuno con una capienza di 4/5 persone, destinati a nuclei familiari e uomini singoli.

2 appartamenti in Via Concordia

Ciascuno con una capienza di 5 persone, destinati a nuclei familiari

2 appartamenti a Soccorso

Con la capienza di 3 e 4 persone ciascuno, destinati a nuclei familiari e donne con bambini.

L’emergenza Ucraina: abbazia giovane di Montemorcino

Con lo scoppio della guerra in Ucraina del 24 febbraio 2022 e i primi arrivi di profughi ucraini in Italia, il progetto si è attivato immediatamente per cercare di poter rispondere alle richieste di accoglienza che ogni giorno arrivavano sempre più numerose al Centro d’Ascolto Caritas diocesano.

La struttura individuata per l’accoglienza, sia per capienza che per posizione (vicina al centro di Perugia) è stata l’Abbazia giovane di Montemorcino, in prossimità del Centro Mater Gratiae. Dal XIV secolo, l'Abbazia ha accolto i monaci dell'ordine olivetano, che ne hanno fatto un importante insediamento, finché non si sono trasferiti in una nuova struttura, oggi sede universitaria, mantenendo il titolo dell'antica chiesa, dedicata alla Vergine Assunta. Negli ultimi anni l’Abbazia ha sempre rappresentato il luogo privilegiato per la pastorale giovanile diocesana per ritiri, settimane comunitarie, campi ed incontri, divenendo punto di riferimento per tutti i giovani della Diocesi.

Vista l’emergenza dettata dell’escalation militare in Ucraina, la Pastorale Giovanile ha messo a disposizione del progetto di accoglienza diocesano la struttura, che ora accoglie 25 ucraini. In questi mesi c’è stato anche un turnover degli ospiti: alcuni profughi ucraini che venivano da zone più ‘sicure’ occidentali hanno poi fatto ritorno in patria, mentre nuovi arrivati hanno richiesto accoglienza. Gli accolti sono soprattutto donne e bambini, in quanto gli uomini in età adulta non possono lasciare il Paese. In particolare, al momento sono ospitati 8 bambini con età compresa dai 7 mesi ai 10 anni, 4 adolescenti tra i 15 e i 17 anni, le rispettive mamme e 2 uomini in età più avanzata (che per questo motivo hanno potuto lasciare il paese). Il luogo è particolarmente adatto ad ospitare i bambini, anche piccoli, essendo la struttura collocata in cima alla collina di Montemorcino e avendo un ampio spazio verde esterno, con la presenza anche di un parco giochi privato a disposizione: una sorta di oasi naturale attaccata alla città.

Al momento parte della struttura è sede del Coordinamento oratori e di Anspi Umbria, con i giovani che ci lavorano che non hanno fatto mancare il loro apporto all’accoglienza, contornando le giornate di continui atti di cura.