Per comprendere quale sia lo sguardo e l’idea che hanno portato poi alla nascita del progetto di accoglienza diocesano, è necessario fare memoria storica e tornare alle origini della nostra cooperativa e al suo fondatore Don Elio Bromuri. Nominato nel 1958 cappellano della Chiesa dell’Università e assistente della Fuci (Federazione universitari cattolici italiani), Don Elio con questi giovani già dal 1964 comincia a dar vita ad incontri ecumenici e di dialogo interreligioso che presto si strutturano in un gruppo stabile, prendendo il nome di Centro ecumenico. Con questi giovani, facendo proprio lo stile ecumenico della vita cristiana, dà vita al Centro di accoglienza in uno stabile in centro storico di proprietà dell’Opera pia Marianna Paoletti, con il quale dare risposta ai bisogni primari di assistenza e accoglienza espressi dagli studenti stranieri coinvolti nel lavoro ecumenico. Nel 1973 il gruppo dà vita ad una società cooperativa denominata ‘Unitatis Redintegratio’, dal titolo del documento del Concilio Vaticano II sull’ecumenismo, che dichiarava uno dei principali compiti del Concilio “promuovere il ristabilimento dell'unità fra tutti i cristiani”. Nel 1974 è iniziata l’attività di accoglienza.
L’ecumenismo, il dialogo interreligioso, l’accoglienza, la carità operante e la prossimità reale, contenute nel Vangelo di Matteo al capitolo 25 (“Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”), ultime parole che Don Elio ha desiderato ascoltare, sono i valori su cui ancora oggi basiamo la nostra attività a fianco di questi nostri fratelli.